Sulla morte di Rita Atria: comunicato stampa

3/13/2024 Rita Atria Riapertura indagini

Il rispetto dei ruoli e delle competenze professionali e istituzionali è sempre stato una caratteristica di questa associazione, dunque è per noi scontato il rispetto per il mandato al nostro Avv. Goffredo D’Antona e il rispetto per i tempi, seppur lunghi, della magistratura.

Ma l’asse del tempo di attesa ha valori finiti e, quindi, questo comunicato arriva dopo più di otto mesi dalla deposizione della perizia medico legale che ci ha restituito queste conclusioni: <<Per quel che concerne lo stato psico-fisico con quel tasso alcolemico viene così definito: “Azione depressiva sui centri motori, perdita dell’autocontrollo e disturbi dell’equilibrio, ebbrezza”.>>

Si potrebbe dire: e quindi? E quindi Rita aveva ingerito un quantitativo di alcol piuttosto importante (era stordita dall’alcol) senza che in quella casa ci fosse traccia di bottiglie oltre a non esserci traccia di impronte digitali. C’era una sola bottiglia di Martini posta su uno scaffale decisamente troppo alto e soprattutto priva anch'essa di impronte digitali.

Nel giugno del 2022 (in concomitanza con l’uscita del libro inchiesta “Io sono Rita” di Cucè, Furnari e Proto) insieme alla sorella di Rita Atria, Anna Maria, abbiamo dato mandato all’Avv. Goffredo D’Antona del foro di Catania di richiedere la riapertura delle indagini sulla morte di Rita sulla base non solo delle domande poste nel libro dalle autrici ma anche di altri elementi che abbiamo ritenuto essere di competenza esclusiva della magistratura. Al primo esposto sono seguite ben due integrazioni con fatti, nomi di persone, contraddizioni e perizie. Un lavoro certosino portato avanti insieme a professionisti volontari che hanno ricostruito - grazie anche alle relazioni del Giudice Paolo Borsellino (al CSM e all’antimafia del tempo) - il contesto del periodo romano di Rita… ma su questi aspetti ci riserviamo di essere più precisi in futuro.

Riteniamo che il materiale fornito alla Magistratura di Roma, comunque, ha evidenziato da subito una certezza: a Rita Atria è stato negato il diritto alle indagini. Non ci sono indagini, non ci sono testimonianze, non ci sono approfondimenti nel fascicolo romano del 1992. Il silenzio della magistratura e della politica fa rumore. Nessuna Commissione Antimafia, per quanto di nostra conoscenza, ha mai voluto sapere, chiedere, approfondire, indagare. Questi sono ad oggi i fatti.

A questi fatti si aggiunge un elemento non proprio secondario evidenziato al TG1 mattino (del 13 marzo c.a.): il Prefetto Finocchiaro (al tempo Alto Commissario) – a cui era stata affidata Rita Atria dal Tribunale dei Minori di Palermo – non ha mai visto Rita. Ciò fa sorgere altri interrogativi: il Tribunale dei Minori non ha mai parlato con il Prefetto Finocchiaro? È stato un mero passaggio burocratico a sottrarla alla genitorialità della madre? Approfondiremo anche questi aspetti nelle sedi opportune, nel frattempo desideriamo ringraziare tutte le giornaliste e i giornalisti di inchiesta che in questo Paese continuano a denunciare – con prezzi altissimi –  fatti e persone che sono in attesa di verità e giustizia e, in particolare, il nostro grazie va a chi di loro ha voluto dare voce a questa brutta storia, a chi non si è arreso davanti alle difficoltà e non si è accontentato della narrazione superficiale seguendo anche percorsi autonomi volti esclusivamente a cercare di tracciare una storia e il suo contesto. Questo Paese ha un debito altissimo nei confronti della Verità e della Memoria e non può esserci diritto all’oblio fino a quando non verrà chiarito anche l’ultimo e infinitesimale dubbio su ciò che è accaduto.

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